I Martiri
Parlerò della vita e dell’eroica morte dei Martiri Turritani : Gavino, Proto e Gianuario Per me, che sono Portotorrese e “Bainzinu”, come si dice, di chi è nato e vissuto nel quartiere della Basilica di San Gavino, (Bainzu), la questione é di vitale importanza. Questo racconto, sempre presente nella vita dei locali, ha influito anche sicuramente sulla mia formazione mentale, e psichica. Sono cresciuto dentro l’atmosfera “biblica” creata dai fatti che cito. Si deve pensare che, ancora nel periodo della mia infanzia e prima giovinezza, la vita del paese verteva su pochi interessi elementari legati più che altro al quotidiano e, inesistenti o quasi, erano le porte e le finestre aperte sul mondo, almeno, dal mio punto di vista ?!.Gavino, Proto e Gianuario sono stati i protagonisti del primo racconto che io abbia ascoltato Storia decisamente meravigliosa su cui potevo fantasticare e di cui, veniva spontaneo, essere partecipi, e fieri al tempo stesso. .La Festa dei Santi” ovvero ,”La Festa Grande” era l’apice di una partecipazione corale, religiosa , sociale e se vogliamo, come si direbbe ora, anche mondana. Era il giorno degli incontri con amici e parenti lontani al quale, ci si preparava da molto tempo prima, per una accoglienza che fosse la migliore e, da ricordare. Quel giorno segnava il passare degli anni di tutta la comunità. Gavino era, e credo sia ancora oggi per moltissimi, il Santo eroe e personaggio al quale ci si rivolge con infinita devozione ed allo stesso tempo familiarità; il Santo di casa, amico e protettore in ogni circostanza della vita di tutti noi; un parente stretto da venerare. Porto Torres, conosciuta allora, col nome di Turris, era alla fine del terzo secolo d. C .una provincia del grande Impero di Roma, insediatosi in Sardegna da qualche secolo prima. I Romani governavano con gli interessi classici dell’Impero, cercando in pace, di raccogliere il maggior numero di vantaggi economici possibili, attenti ad evitare discordie palesi e antipatici fastidi. Della Provincia di Turris faceva parte anche la Corsica dove il governatore aveva altra residenza ufficiale. Turris era da considerarsi una vera e propria città di cui ancora oggi sono visibili i resti di imponenti costruzioni che ne testimoniano l’importanza. In questa città, c’era anche un porto che dobbiamo immaginare molto attivo ed attrezzato, considerando il grande volume di traffici con la capitale che riceveva le decime raccolte in loco. La Nurra era un importante granaio ed altrettanto importante era la pastorizia e le attività legate ad essa. Gli abitanti locali, subalterni, vivevano la loro vita in sordina cercando quando era possibile, un certo rapporto amicale e di buona convivenza con i Romani depositari di ogni potere politico, sociale e religioso. Roma in quel periodo, combatteva con accanimento crescente la diffusione della nuova religione Cristiana che non faceva dormire sogni tranquilli al potere ufficiale Il Cristianesimo, era un argomento di cui non riuscivano a tacerne neanche i Romani che vivevano nelle province lontane. Alcuni erano combattuti, da dubbi ed incertezze a dispetto, di ogni più drastica imposizione governativa. Anche in Sardegna, arrivavano gli echi di ciò che avveniva nella Capitale destando molta curiosità e voglia di saperne di più. Così avvenne che un signore maturo, di sicura ed elevata cultura, di nome Proto ed un giovane di buona famiglia di nome Gianuario decisero di partire per Roma. Nel segreto del loro animo serbavano una fiamma ardente di conoscenza. Salirono su una di quelle panciute navi da trasporto romane, ancorate in porto, per raggiungere le rive del Tevere. A Roma, seguendo canali segretissimi raggiunsero i fedeli Cristiani che nella zona di San Paolo fuori le mura predicavano in nome di Cristo. Costoro crescevano e si moltiplicavano a dispetto delle più crudeli persecuzioni in atto. Frequentando i Cristiani conobbero quelle idee di speranza che avevano motivato il lungo ed avventuroso viaggio. I due Sardi in breve tempo divennero intimi della comunità Cristiana e partecipi delle loro aspirazioni a tal punto da essere consacrati uno prete e l’altro diacono. La consacrazione ufficiale alla religione imponeva l’impegno della diffusione e predicazione della parola di Dio. Compito che doveva essere svolto proprio in Sardegna, loro terra di provenienza. Questo lavoro é dedicato a coloro e sono tanti,che partendo dal paese di Gavino, Proto e Gianuario non hanno più potuto rientrare per partecipare alla Festa Grande
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